Appare sempre più palese che la percezione attuale della sicurezza si misura sul grado di controllo invasivo che i governi impongono sempre più, dagli aeroporti alla rete internet, dalla censura al monitoraggio. Vorrei confrontarmi con la storia e con tante esperienze in cui simili mezzi sono estremizzati, per poter smentire chi cerca di svilupparli sempre più in quanto più si stringe il controllo, maggiori sono le persone che si ribellano.
Il sottoscritto non è un terrorista, non ha alcuna volontà di ribaltare status quo politici ed economici, ma c’è la certezza che devo essere monitorato, perché si deve controllare cosa viene scritto in blog e social network, si deve controllare il traffico di mail e la telefonia. Di più, se ti muovi ora ti scannerizzano, per verificare nel dettaglio cosa hai addosso, tutto per la mia e tua sicurezza. Il messaggio è: il governo ti protegge da quei folli che vogliono farti fuori, per cui fatti perquisire, controllare, monitorare, è per il tuo bene.
Ammettiamo che lo facciano in buona fede, cioé tutti i governanti o quasi, diciamo quelli dell’occidente evoluto, utilizzino questi strumenti per il bene de popolo, siamo convinti che sia la strada giusta? Invece di provare un dialogo, una integrazione, una risoluzione che veda si i controlli, ma soprattutto una crescita culturale ed una risposta compatta, siamo sicuri che la repressione, le guerre, l’isteria e la fobia siano la giusta risposta? Perché se è questa la strada, la fine della via non è un idillio, perché sempre più persone che abitano nelle zone povere del mondo, che crescono ogni giorno, saranno convinte che Al Qaeda aveva ragione, perché in effetti c’è volontà di dominio e controllo ossessivo…..
Possiamo rispondere alla mancanza di cultura, alla intransigenza religiosa, al fanatismo, trasformandoci in poliziotti e volontari reclusi di un carcere globale, nel quale rinunciamo volontariamente ai nostri diritti, al fatto che nessuno può metterci le mani addosso senza un valido motivo, per essere scannerizzati, controllati in ciò che pensiamo e magari schedati solo per le nostre opinioni.
Pensiamoci prima di cedere questi diritti, secoli sono serviti per importanti rivendicazioni da parte del “popolo” e questo decennio nero, dall’11 settembre in poi, sta inscenando una escalation che rischia di riportarci di almeno 4 secoli, quando saranno i signorotti ed i potenti a decidere chi può viaggiare, come e cosa può esprimere come opinione.
Ma forse esagero e quindi, per ora, questa pagina rimarrà nel web…….
M.Bat
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